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Published December 15, 2022 | Version v1
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Storie di quadri in Calvino e Perec. «Il castello dei destini incrociati» e «Un cabinet d'amateur»

  • 1. Università di Napoli Federico II

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Prima della fotografia e del cinema, è l’arte pittorica a interessare maggiormente Calvino: difatti non ha mai smesso di guardare la pittura, di citare pittori, di scrivere in occasione di mostre e della pubblicazione di libri, o anche di recensire opere del presente e del passato. Si pensi ad un breve testo, Gli amanti, scritto per la mostra delle litografie di Carlo Levi, apparso nel 1955 su «Il Contemporaneo», sino ad arrivare ad uno dei suoi ultimi scritti, dedicato all’opera di Arakawa – artista e architetto giapponese –, pubblicato postumo. Calvino ha dimostrato una particolare predilezione per l’arte visiva, la quale raggiunge l’acme nelle sale del suo museo immaginario, esplorato e commentato nelle pagine della Taverna dei destini incrociati, con le storie di San Girolamo e di San Giorgio lette come emblemi pittorici della propria condizione, scissa tra l’interno e l’esterno

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