Published April 1, 2023 | Version v1
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IL «DANNO DA MOVIDA» TRA TUTELA INIBITORIA E RISARCIMENTO DEL DANNO

  • 1. University of Trento

Description

DAMAGES FROM «MOVIDA» IN URBAN AREAS BETWEEN INHIBITORY PROTECTION AND COMPENSATION

ABSTRACT

The research aimed to address the phenomenon of "malamovida" in urban areas through the prism of legal protections that can be implemented to safeguard the interests of individuals who are exposed to this social phenomenon. The interest in this topic arises from the proliferation, in recent years, of residential urban neighbourhoods affected by a strong concentration of small-sized nightlife venues, which force customers to spill onto the adjacent public street, generating social gatherings until late hours. As a result, situations of degradation arise that materialize in loud noises until late at night, phenomena of drunkenness, and failure to comply with hygiene and decorum rules. In this context, the right to rest and the health of residents is affected and conflict with the economic interests of business owners of this venues and the interest of those, not necessarily customers of these latter, who seek socialization and entertainment, mainly represented by young people (from 18 to 30 years of age). Therefore, the legal tools relevant to combating the phenomenon in question have been analyzed, with reference to noise pollution regulations and inhibitory protection. However, "malamovida" is mostly managed at the municipal level, following civil claims and administrative action from private citizens who are resident in the areas, who in some cases have formed associations and neighbourhood committees to give greater prominence to their claims. The response to such requests by municipal authorities has mostly consisted of adopting regulations and ordinances that impose obligations on hospitality business owners aimed at limiting the impact of their activities on residents. Central to the research is the analysis of case law, which, in this matter, does not seem to have yet adopted a uniform interpretive approach. In some cases, judges identify the municipality as directly responsible for the damage caused to residents, while in others, individual hospitality business owners are held accountable for failing to take appropriate measures to limit noise and general degradation caused by patrons on the public street in the areas where their business is run. Finally, an in-depth analysis is carried out on the identification of the competent judge to decide on issues related to the litigation ignited by this phenomenon. Particular attention is devoted to the power of the civil judge to order the Public Administration to perform a specific obligation, especially in this setting, where courts are required to carry out a careful evaluation and a fine balance of the different interests involved.

IL «DANNO DA MOVIDA» TRA TUTELA INIBITORIA E RISARCIMENTO DEL DANNO

ABSTRACT

Questo studio affronta il fenomeno della «malamovida» nel prisma delle tutele giuridiche attuabili per salvaguardare gli interessi dei soggetti da esso coinvolti. L’opportunità di approfondire questo tema nasce da un dato ben noto all’opinione pubblica: la proliferazione, negli ultimi anni, di quartieri residenziali interessati da una forte concentrazione di locali notturni di piccole dimensioni, che costringono la clientela, soprattutto giovanile, a riversarsi sulla strada pubblica antistante, generando assembramenti fino a tarda notte. Da ciò derivano situazioni di degrado che si concretizzano in schiamazzi, fenomeni di ubriachezza e mancato rispetto delle norme igieniche e di decoro. In questo contesto confliggono il diritto al riposo e alla salute dei residenti, gli interessi economici dei gestori dei pubblici esercizi e gli interessi di quanti cercano situazioni di socializzazione e di divertimento. Si sono pertanto analizzate le norme giuridiche che rilevano per contrastare il fenomeno in questione, con particolare riferimento alla normativa sull’inquinamento acustico e alla tutela inibitoria. Tuttavia, la «malamovida» è gestita per lo più a livello comunale, a seguito delle numerose istanze provenienti dai privati cittadini che in alcuni casi si sono costituiti in associazioni e comitati di quartiere al fine di dare maggiore risalto alle proprie richieste. La risposta a tali istanze da parte degli Enti comunali è consistita, per lo più, nell’adozione di regolamenti e di ordinanze che hanno gravato i gestori dei pubblici esercizi di obblighi volti a limitare l’impatto delle proprie attività sui residenti. Centrale si è rivelata l’analisi della giurisprudenza, la quale in tema non sembra ancora aver adottato una linea interpretativa uniforme. In alcuni casi i giudici individuano come responsabile dei danni arrecati ai residenti direttamente l’ente Comune, mentre in altri, i singoli gestori dei pubblici esercizi, sono chiamati a rispondere per non aver adottato accorgimenti idonei a limitare gli schiamazzi e il generale degrado da parte degli avventori sulla pubblica via antistante alla propria attività. Viene infine svolto un approfondimento circa l’individuazione del giudice competente a decidere sulle questioni relative al contenzioso qui indagato. Particolare attenzione viene dedicata al potere del giudice civile di condannare la Pubblica Amministrazione ad un obbligo specifico di facere, soprattutto al cospetto di una fattispecie, come quella oggetto di questa trattazione, che mette in gioco la necessità di compiere un’attenta valutazione e un delicato bilanciamento dei diversi interessi coinvolti in questo tipo di contenzioso.

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