Fuggire dalla miseria, cercare rifugio in Italia, essere distrutti dallo stato: quando l'Europa nega l'umano. Libro nero sul Centri di permanenza per i rimpatri (CPR) di Torino – Corso Brunelleschi
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In Italia le autorità possono trattenere uno straniero privo di documenti fino a 120 giorni, indipendentemente da qualsiasi precedente penale. La privazione della libertà, e dei mezzi di comunicazione, è disposta dal questore e convalidata da un giudice onorario, il giudice di pace. L’eventuale impugnazione va presentata alla Corte di Cassazione e la relativa procedure ha una durata media di circa 12 mesi.
Il trattenimento viene disposto quando uno straniero privo dei documenti di soggiorno non può essere immediatamente rimpatriato nel paese di cittadinanza o di provenienza. Altre misure previste dalla legge, come il rilascio di un passaporto, l'obbligo di risiedere in un luogo precedentemente identificato e/o di presentarsi alla polizia in giorni e orari stabiliti, sono raramente utilizzate.
L'Italia dispone attualmente di tredici strutture di detenzione: nove centri permanenti di rimpatrio (CPR) nell'entroterra e quattro centri (Hotspot) nel sud del paese, situati vicino al Mediterraneo. Più di 700 persone possono complessivamente essere ospitate in tali luoghi.
Il presente documento illustra le condizioni di vita delle persone all'interno del CPR di Torino, il secondo in Italia per capienza. Le informazioni sono state raccolte dall'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI), che fornisce assistenza legale ai migranti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali.
Questo libro nero è stato redatto in seguito al suicidio di Moussa Balde, il ventiduenne guineano aggredito il 9 maggio 2021 in una strada di Ventimiglia da tre sconosciuti. Dopo un breve ricovero in ospedale, il giovane è stato portato alla Questura di Imperia dove è stato ordinato il trattenimento al CPR di Torino per eseguirne l’espulsione. Nel centro è stato posto in isolamento ed è stato trovato morto il 23 maggio 2021.
La procura di Torino ha aperto un'inchiesta sulla vicenda, oltre che sulle condizioni di vita e sull’accesso alla salute nel CPR di Torino.
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