Published April 15, 2020 | Version v1
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Selezione per la resistenza genetica alla Maedi Visna negli ovini: opportunità e problematiche

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La Maedi Visna (MV) è una patologia ovina cronica con manifestazioni cliniche molto variabili, causata da un virus appartenente al genere Lentivirus che comprende anche il virus dell’Artrite Encefalite Caprina (CAEV). I virus responsabili di MV e CAEV appartengono al gruppo Small Ruminants Lentivirus (SRLV). In passato, si ritenevano somiglianti e specifici dell’ospite mentre in realtà si tratta di virus adattati all’ospite. In effetti, vengono identificati ceppi MV-like nelle capre e ceppi CAEV-like nelle pecore. Gli organi bersaglio nell’ovino sono il polmone, la cui infezione provoca la forma clinica indicata come Maedi, e molto più raramente il sistema nervoso centrale, determinando la forma clinica indicata come Visna. Inoltre, il virus della MV si localizza molto frequentemente anche nella mammella, dove viene escreto con il colostro ed il latte e determina forme di mastite cronica quasi sempre non apprezzabili clinicamente. L’andamento della malattia è generalmente lento, progressivo, persistente e spesso paucisintomatico mentre i casi clinici conclamati sono rari. Una volta che il virus penetra nell’allevamento, si diffonde soprattutto attraverso l’assunzione di colostro e di latte, che costituisce la via principale di contagio, mentre è relativamente meno importante la trasmissione attraverso il contatto diretto tra animali. Alcune patologie concomitanti come l’Adenomatosi Polmonare, che spesso è accompagnata dall’emissione di muco dal naso con conseguente contaminazione dell’ambiente, possono accelerarne la trasmissione orizzontale. Una valutazione precisa dei danni economici diretti negli allevamenti ovini è dunque difficile. Relativamente agli effetti sulle produzioni lattee e sugli accrescimenti degli agnelli, in letteratura si riportano risultati contraddittori probabilmente legati alla variabilità dei disegni sperimentali. L’altissima prevalenza del virus di MV negli allevamenti ovini della Sardegna e la sua elevata variabilità genetica, lo rendono in ogni caso un agente infettivo potenzialmente pericoloso che merita l’attenzione di operatori sanitari, zootecnici e allevatori. Attualmente non esistono in Sardegna piani di controllo. Eventuali piani di eradicazione si fonderebbero sulla separazione degli agnelli dalle madri alla nascita con successivo allattamento artificiale. Un piano così concepito, anche se limitato alla sola quota di rimonta, è laborioso e costoso in quanto prevedrebbe la presenza praticamente continua di operatori nel periodo dei parti. In Sardegna, i tentativi di eradicazione della CAEV nelle capre con protocolli di questo tipo non hanno avuto molte adesioni, anche quando è stato previsto un incentivo pubblico per la loro realizzazione. L’ultimo studio epidemiologicamente rilevante in Sardegna è stato realizzato nel 2007 su 306 allevamenti con 18.513 capi testati (Puggioni et al., 2007). Circa il 90% degli allevamenti ovini presentavano almeno un capo sieropositivo con una prevalenza media (percentuale di capi positivi per gregge) del 33%. Non esistono dati più recenti rilevati sistematicamente, ma è presumibile che in assenza di piani di controllo e di divieti nella circolazione di capi positivi la situazione si sia ulteriormente deteriorata negli ultimi anni.

Alla luce di queste considerazioni, il Ministero della Salute e il Centro Regionale di Programmazione hanno finanziato a IZS, AGRIS e Dipartimento Medicina Veterinaria di UNISS ricerche mirate a verificare la possibilità di attuare strategie di riduzione della prevalenza della patologia fondate sulla selezione di ovini geneticamente resistenti. Di seguito verranno illustrati i principali risultati di queste ricerche.

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RUMINANTIA®-Selezione per la resistenza genetica alla Maedi Visna negli ovini opportunità e problematiche (15-04-2020).pdf