Transformative Agreements: i nuovi contratti tra editori scientifici e istituzioni accademiche per l'accesso alle risorse scientifiche digitali. Un'analisi critica
Description
Free access to scientific knowledge has always been one of the main goals of our contemporary society. The advent of the Internet era has ensured many steps were taken towards broadening access to scientific knowledge, trying to reach all individuals. The Open Access movement was built on these principles, seeking to grant access to academic information to everyone. Despite the initial skepticism of the scientific community, the movement has gained considerable success globally, appearing to be the solution to the crisis of scientific communication and scholarly publishing.
Within the academic environment, a crucial role is played by Open Access. Several universities adopt Open Access practices to enable free access to scientific knowledge without limitations of sorts. The main purpose is to break down any economic and legal barriers to the dissemination of knowledge.
Transformative agreements have been implemented on the basis of the founding principles of Open Access. These are contracts negotiated between publishers and institutions with a view to transforming the current business model, the so-called subscription-based system or pay per read system, into an Open Access business model. The entire academic community and the public around the world (at least those who have access to the Internet) would benefit from this type of agreements, since bundled access to a publisher’s entire journal list would be gained and at the same time researchers would be given the opportunity to publish articles without additional costs.
The aim of this paper is to critically analyze transformative agreements, focusing on the nature of these contracts, the positive or negative effects they could bring to our system as well as the potential outcomes they could achieve.
This research will examine the Open Access movement and the legal issues that may arise in relation to transformative agreements, and the landscape of scientific research and scholarly publishing. An in-depth legal analysis of transformative agreements will be pursued, together with a comparative analysis of transformative agreements negotiated across Europe. The Italian framework and the approach adopted by Italian universities and consortia will be considered. After evaluating advantages and disadvantages of transformative agreements, possible solutions will be proposed, such as legal remedies and alternative standards.
L’accesso al sapere ha da sempre rappresentato uno degli obiettivi principali della nostra società contemporanea. Nell’ottica di una sempre più ampia diffusione della conoscenza, a partire dalla fine degli anni ‘90 si è cercato di ampliare la platea di coloro che potessero avere accesso al sapere scientifico, cercando di raggiungere tutti gli strati della popolazione. Tutto ciò è stato determinato dallo sviluppo di Internet, la nuova tecnologia che permette la connessione e la comunicazione a livello globale, superando qualsiasi tipo di barriera spaziale o temporale. Queste premesse hanno rappresentato il punto di partenza del movimento dell’Open Access, nato con l’obiettivo di rendere il sapere scientifico accessibile a tutti, sfruttando il potere di Internet. Agli albori della nascita del movimento, il quale ha trovato riconoscimento in numerose dichiarazioni degli inizi degli anni duemila, grande era l’entusiasmo nei confronti di quella che, agli occhi di molti, appariva come la soluzione alla crisi della comunicazione scientifica e la spinta verso un nuovo modo di fare scienza. Tuttavia, è necessario puntualizzare che è possibile ottenere i risultati che l’Open Access si ripropone di raggiungere solo se questo nuovo modo di fare scienza viene adottato dal maggior numero di scienziati possibile. Nel corso del tempo, infatti, questa ha rappresentato una problematica notevole: inizialmente l’Open Access non era visto di buon occhio da numerosi scienziati, studiosi, ricercatori. Nonostante alcune correnti contrarie e l’iniziale scetticismo dei più, il movimento ha continuato ad espandersi e ha raggiunto un notevole successo a livello globale. Nel mondo accademico, in particolar modo, l’Open Access gioca un ruolo estremamente importante. Moltissimi Atenei adottano pratiche di accesso aperto per consentire al pubblico di accedere al sapere scientifico senza alcun limite. L’obiettivo è quello di infrangere qualsiasi barriera economica e giuridica alla diffusione della conoscenza.
Nel solco di questa volontà di garantire l’accesso a risorse elettroniche e scientifiche tramite pratiche di Open Access si collocano gli accordi trasformativi. Si tratta di accordi che vengono negoziati tra le istituzioni nazionali e gli editori, tramite vari modelli negoziali, che dovrebbero trasformare il nostro sistema attuale, che è un sistema pay per read, in un sistema pay per publish. Ciò farebbe sì che tutte le riviste diventino riviste in Open Access. A beneficiare di questo tipo di accordi sarebbe tutta la comunità accademica e il pubblico del mondo intero (almeno di quello che ha la possibilità di accedere a Internet), poiché, a seguito della stipula di questo tipo di contratti, si otterrebbe l’accesso a tutto il pacchetto di riviste e allo stesso tempo verrebbe data la possibilità ai ricercatori di pubblicare articoli senza ulteriori costi.
È necessario, però, interrogarsi sulla natura di questi contratti, sugli effetti positivi o negativi che potrebbero apportare al nostro sistema nonché sui potenziali risultati che potrebbero raggiungere.
Nel far ciò, bisognerà partire da un’analisi del problema giuridico che riposa a fondo della questione, studiando in che rapporto si pongono gli accordi trasformativi rispetto alle pratiche di accesso aperto e come questi possano essenzialmente contribuire allo sviluppo dell’Open Access.
Per questa ragione, nel primo capitolo del presente lavoro, dedicato all’analisi del problema giuridico esistente tra contratti trasformativi e Open Access, ci si soffermerà sull’apporto europeo alla disciplina, tramite lo sviluppo di politiche in materia di Open Access, quali ad esempio OA2020, Horizon Europe. Particolare attenzione merita, inoltre, il consorzio di Plan S. Verrà portata avanti un’analisi approfondita del rapporto tra autore ed editore, sottolineandone la disparità contrattuale. Inoltre, ci si interrogherà sull’esistenza di un vero e proprio “diritto umano alla scienza aperta” o “diritto alla ricerca”, con una chiosa finale sul diritto di messa a disposizione del pubblico in accesso aperto.
Nel secondo capitolo, si passerà ad un’analisi interdisciplinare del problema, vale a dire un’analisi storico-economica del panorama attuale della ricerca scientifica e delle principali infrastrutture. Con un breve excursus storico si partirà dagli albori dell’editoria scientifica, per giungere alla situazione odierna. Nel far ciò, si farà riferimento al ciclo editoriale e alle varie fasi che permettono di arrivare alla pubblicazione dell’articolo, il quale conduce ad un’analisi delle possibili alternative in termini di riviste scientifiche. Il cuore del capitolo sta nello studio dei maggiori editori scientifici che ad oggi detengono il monopolio, quali Elsevier e Springer Nature. A questi si affianca Wiley, del quale si fa menzione. Il tutto si conclude con un approfondimento sulla valutazione della ricerca scientifica, sui problemi innescati dalla bibliometria: dall’utilizzo di indici citazionali alle conseguenze che il sistema attualmente dominante ha sulla comunità scientifica, conducendo sempre più verso la “mercificazione” della conoscenza e la privatizzazione della ricerca.
Nel terzo capitolo, si andrà ad affrontare la vera e propria analisi giuridica della disciplina dei contratti trasformativi, partendo da una disamina del diritto d’autore accademico e del rapporto tra diritto d’autore ed evoluzione tecnologica. Dal punto di vista contrattuale, sarà utile analizzare il sistema delle licenze (EULA, Creative Commons), ponendo attenzione ai meccanismi commerciali quali il bundling e il price discrimination, il double-dipping. A ciò seguirà un’analisi approfondita della struttura dei contratti stessi con uno studio comparato del problema a livello dei vari ordinamenti europei, per poi soffermarsi sul caso italiano e sulle diverse posizioni adottate dalle università italiane relativamente ai contratti trasformativi.
Infine, nel quarto capitolo, verranno analizzati vantaggi e svantaggi dei contratti trasformativi, proponendo possibili soluzioni alternative. In particolare, verranno analizzati eventuali rimedi giuridici e modelli contrattuali alternativi.
Notes
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