Published March 25, 2020 | Version v1
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MONTI SIBILLINI, LA LEGGENDA CTONIA (PARTE 2)

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I misteri del Monte Sibilla e dei Laghi di Pilato, situati tra i Monti Sibillini in Italia, costituiscono entrambi enigmi antichi e ancora inspiegati. In due precedenti articoli, "Nascita di una Sibilla: la traccia medievale" e "Una leggenda per un prefetto romano: i Laghi di Ponzio Pilato", abbiamo posto in evidenza due livelli narrativi addizionali, connessi alla figura di Morgana la Fata e alla nota tradizione leggendaria che ha circondato la figura di Ponzio Pilato. Con un terzo articolo, "Monti Sibillini: la leggenda prima delle leggende", abbiamo identificato una serie di aspetti comuni che segnano entrambe le leggende, sia in relazione al Lago di Pilato che alla Grotta della Sibilla, con almeno tre tratti condivisi: leggendarie presenze demoniache; rituali negromantici effettuati presso entrambi i siti; e leggendarie tempeste e devastazioni che si sarebbero levate da ambedue i luoghi. Con un quarto articolo, "Monti Sibillini, un lago e una grotta come accesso oltremondano", abbiamo posto in evidenza il carattere oltremondano che segna il massiccio dei Monti Sibillini, e gli stretti legami letterari che possono essere rilevati tra i racconti leggendari relativi alla Grotta della Sibilla e al Lago di Pilato, situati tra i Monti Sibillini, e due notissime narrazioni, di enorme successo, che descrivono due specifici viaggi all'interno delle regioni oltremondane: la leggenda della Sibilla Cumana e la leggenda del Purgatorio di San Patrizio. Con questo conclusivo articolo presentiamo le nostre considerazioni finali e un innovativo modello congetturale in merito alla potenziale origine delle leggende che abitano i Monti Sibillini. Si propone inizialmente un completo riepilogo delle ipotesi che sono state elaborate, attraverso più di centocinquanta anni, da filologi, ricercatori e anche saggisti e scrittori sulla possibile origine dei racconti leggendari connessi alla Grotta della Sibilla e al Lago di Pilato, nel tentativo strenuo quanto infruttuoso di disvelare il peculiare carattere che queste montagne sembrano manifestare attraverso i secoli. Successivamente, viene proposta una nuova e originale congettura sull'origine delle leggende dei Monti Sibillini, mai elaborata in precedenza. E la chiave interpretativa posta alla base di questa nuova ipotesi è legata ai terremoti. Fin da tempi molto antichi, quest'area è stata colpita da terremoti particolarmente devastanti, in modo ricorrente. Lo stesso volto delle montagne è stato significativamente mutato dagli effetti degli eventi più intensi. Terremoti di minore intensità si verificano continuamente in questo territorio, molti dei quali percepibili dall'uomo. Vibrazioni e rombi sono spesso udibili. I residenti di oggi sanno bene come un terremoto catastrofico possa avere luogo in ogni momento, annunciato da sequenze di tremiti minori, o anche in modo del tutto inatteso. Essi sanno che la morte può colpire in modo subitaneo, e che nello spazio di pochi secondi la loro stessa vita e quella dei loro familiari può andare incontro a mutamenti drammatici, o addirittura concludersi al di sotto delle macerie di un tetto in fase di collasso, così come effettivamente avvenuto nel 2016. Dopo un'esauriente trattazione del carattere sismico dei Monti Sibillini, viene formulata una congettura relativa ad una possibile antica natura oltremondana del Lago e della Grotta. In un remoto passato, i due elementi di riferimento geografico potrebbero essere stati considerati come punti di pasaggio verso una qualche sorta di presenza demoniaca, un accesso che sarebbe stato possibile aprire per mezzo di rituali negromantici, un punto di contatto con un Aldilà sotterraneo e con le potenze ctonie che leggendariamente vivevano nel sottosuolo. Prima della conquista romana nel terzo secolo a.C. è possibile ipotizzare che le antiche popolazioni di Sabini e Piceni possano avere sviluppato un qualche genere di racconto leggendario, e una potenziale forma di culto, in relazione alla natura e alla venerazione dei terremoti, considerati come demoni o divinità malvagie. In presenza quasi costante di terremoti, dovuti alla sussistenza di un sistema di faglie attive poste al di sotto dei Monti Sibillini, la tradizione locale, attraverso i secoli dell'Età del Ferro, potrebbe avere stabilito dei luoghi di culto montani presso il Lago e la Grotta, dove è possibile che siano stati effettuati rituali negromantici tesi all'ottenimento della cessazione delle sequenze sismiche, al fine di implorare pietà e salvezza. Viene dunque proposto un completo modello congetturale basato su questo ipotetico scenario, con un'approfondita analisi delle motivazioni che dovrebbero condurre la ricerca in questa direzione. Viene inoltre stabilito un collegamento di grande interesse con la tradizione associata alla Grotta della Sibilla e al Lago di Pilato in relazione alle leggendarie, devastanti tempeste che si scatenerebbero dai due siti: un chiaro riferimento, benché totalmente trascurato dagli studiosi fino a oggi, alle antiche credenze sull'origine dei terremoti così come riferite da Aristotele, Lucrezio, Seneca e Plinio il Vecchio. Questo articolo conclusivo, assieme alla serie completa di articoli giù pubblicati nell'ambito del progetto "Sibilla Appenninica e Laghi di Pilato: un viaggio nella vera origine di misteriosi racconti leggendari", rende possibile un'approfondita comprensione, mai raggiunta in precedenza, del mitico nucleo dell'affascinante complesso leggendario che abita i Monti Sibillini, nell'Italia centrale. Questo articolo costituisce la Parte 2 dell'articolo completo riguardante la predetta tematica.

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Sanvico_Michele - ApennineSibyl (Chthonian legend PART2 FINAL 25 Mar 2020 ITA).pdf