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Luca Di Viesto
<?xml version='1.0' encoding='UTF-8'?> <record xmlns="http://www.loc.gov/MARC21/slim"> <leader>00000nam##2200000uu#4500</leader> <datafield tag="041" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="a">ita</subfield> </datafield> <controlfield tag="005">20200320202036.0</controlfield> <controlfield tag="001">3721997</controlfield> <datafield tag="856" ind1="4" ind2=" "> <subfield code="s">326036</subfield> <subfield code="z">md5:38dd9c2613e4dbfa9c6bbcd05b20662e</subfield> <subfield code="u">https://zenodo.org/record/3721997/files/2018-28-Copertina.pdf</subfield> </datafield> <datafield tag="542" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="l">open</subfield> </datafield> <datafield tag="260" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="c">2020-03-20</subfield> </datafield> <datafield tag="909" ind1="C" ind2="O"> <subfield code="p">openaire</subfield> <subfield code="o">oai:zenodo.org:3721997</subfield> </datafield> <datafield tag="909" ind1="C" ind2="4"> <subfield code="p">Lo Sguardo</subfield> <subfield code="n">29</subfield> </datafield> <datafield tag="100" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="a">Luca Di Viesto</subfield> </datafield> <datafield tag="245" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="a">Recensione di G. Agamben, Il Regno e il Giardino</subfield> </datafield> <datafield tag="540" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="u">https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode</subfield> <subfield code="a">Creative Commons Attribution 4.0 International</subfield> </datafield> <datafield tag="650" ind1="1" ind2="7"> <subfield code="a">cc-by</subfield> <subfield code="2">opendefinition.org</subfield> </datafield> <datafield tag="520" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="a"><p>In uno studio ormai classico, <em>I fanatici dell&rsquo;apocalisse</em>, Norman Cohn ha scritto che &laquo;l&rsquo;eresia del Libero Spirito ha [&hellip;] diritto a un posto in ogni rassegna dell&rsquo;escatologia rivoluzionaria; e ci&ograve; rimane vero anche se i suoi adepti non furono rivoluzionari sociali&raquo; (Milano 1965, p. 179). Un&rsquo;affermazione a prima vista incongruente, ma che aiuta in realt&agrave; a varcare la soglia dell&rsquo;ultimo libro di Giorgio Agamben proprio in forza della tensione che la descrive. <em>Il Regno e il Giardino</em>, infatti, non solo si apre con un riferimento programmatico ai fratelli del Libero Spirito &ndash; per i quali &laquo;la perfezione spirituale coincideva con l&rsquo;avvento del Regno e con la restaurazione dell&rsquo;innocenza edenica di cui l&rsquo;uomo aveva goduto nel paradiso terrestre&raquo; (p. 9) &ndash; ma intende in primo luogo, bench&eacute; implicitamente, ribadire possibilit&agrave; e aspirazioni di quello che, in fondo, &egrave; stato l&rsquo;obiettivo teorico ultimo del ventennale progetto <em>Homo sacer </em>(obiettivo non lontano dalle correnti spirituali che spesso hanno agitato il cristianesimo), vale a dire una <em>rivoluzione</em> <em>inoperosa</em> in cui l&rsquo;escatologia possa completamente riassorbirsi in un messianesimo, per cos&igrave; dire, differenziale. &Egrave; in tale prospettiva che Agamben, attraverso il consueto metodo ereditato da Walter Benjamin &ndash; di cui dice: gli devo &laquo;la capacit&agrave; di estrarre a forza dal suo contesto storico ci&ograve; che mi interessa per restituirgli vita e farlo agire nel presente&raquo; (<em>Autoritratto nello studio</em>, nottetempo, Milano 2017, p. 103) &shy;&ndash; costruisce pezzo dopo pezzo un&rsquo;efficace macchina ossidionale, con cui delineare genealogia e potenzialit&agrave; politiche di un paradigma teologico &laquo;tenacemente rimosso ai margini della tradizione del pensiero dell&rsquo;Occidente&raquo; (p. 10). Questo paradigma &egrave; il Giardino piantato in Eden, luogo di giustizia e felicit&agrave; originaria, quel <em>paradisus </em>terrestre che etimologicamente denota proprio un &laquo;ampio giardino recintato&raquo; (p. 11).</p></subfield> </datafield> <datafield tag="773" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="n">doi</subfield> <subfield code="i">isVersionOf</subfield> <subfield code="a">10.5281/zenodo.3721996</subfield> </datafield> <datafield tag="024" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="a">10.5281/zenodo.3721997</subfield> <subfield code="2">doi</subfield> </datafield> <datafield tag="980" ind1=" " ind2=" "> <subfield code="a">publication</subfield> <subfield code="b">article</subfield> </datafield> </record>
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