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Luca Di Viesto
{ "inLanguage": { "alternateName": "ita", "@type": "Language", "name": "Italian" }, "description": "<p>In uno studio ormai classico, <em>I fanatici dell’apocalisse</em>, Norman Cohn ha scritto che «l’eresia del Libero Spirito ha […] diritto a un posto in ogni rassegna dell’escatologia rivoluzionaria; e ciò rimane vero anche se i suoi adepti non furono rivoluzionari sociali» (Milano 1965, p. 179). Un’affermazione a prima vista incongruente, ma che aiuta in realtà a varcare la soglia dell’ultimo libro di Giorgio Agamben proprio in forza della tensione che la descrive. <em>Il Regno e il Giardino</em>, infatti, non solo si apre con un riferimento programmatico ai fratelli del Libero Spirito – per i quali «la perfezione spirituale coincideva con l’avvento del Regno e con la restaurazione dell’innocenza edenica di cui l’uomo aveva goduto nel paradiso terrestre» (p. 9) – ma intende in primo luogo, benché implicitamente, ribadire possibilità e aspirazioni di quello che, in fondo, è stato l’obiettivo teorico ultimo del ventennale progetto <em>Homo sacer </em>(obiettivo non lontano dalle correnti spirituali che spesso hanno agitato il cristianesimo), vale a dire una <em>rivoluzione</em> <em>inoperosa</em> in cui l’escatologia possa completamente riassorbirsi in un messianesimo, per così dire, differenziale. È in tale prospettiva che Agamben, attraverso il consueto metodo ereditato da Walter Benjamin – di cui dice: gli devo «la capacità di estrarre a forza dal suo contesto storico ciò che mi interessa per restituirgli vita e farlo agire nel presente» (<em>Autoritratto nello studio</em>, nottetempo, Milano 2017, p. 103) ­– costruisce pezzo dopo pezzo un’efficace macchina ossidionale, con cui delineare genealogia e potenzialità politiche di un paradigma teologico «tenacemente rimosso ai margini della tradizione del pensiero dell’Occidente» (p. 10). Questo paradigma è il Giardino piantato in Eden, luogo di giustizia e felicità originaria, quel <em>paradisus </em>terrestre che etimologicamente denota proprio un «ampio giardino recintato» (p. 11).</p>", "license": "https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode", "creator": [ { "@type": "Person", "name": "Luca Di Viesto" } ], "headline": "Recensione di G. Agamben, Il Regno e il Giardino", "image": "https://zenodo.org/static/img/logos/zenodo-gradient-round.svg", "datePublished": "2020-03-20", "url": "https://zenodo.org/record/3721997", "@context": "https://schema.org/", "identifier": "https://doi.org/10.5281/zenodo.3721997", "@id": "https://doi.org/10.5281/zenodo.3721997", "@type": "ScholarlyArticle", "name": "Recensione di G. Agamben, Il Regno e il Giardino" }
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